Prezzi salatissimi, muri di recinzione altissimi che, troppo spesso, nascondono il mare. Vere e proprie palazzine di cemento alzate sulla sabbia, attività che nulla hanno a che vedere con la balneazione, ostacoli fisici ed economici che inducono la maggior parte delle persone a credere che le spiagge e gli stabilimenti siano circoli privati.
Invece, si tratta di concessioni pubbliche di terreno vincolato e protetto che noi (lo Stato) abbiamo 'concesso' a privati per realizzare strutture 'limitate' per la balneazione, cabine, bagni ecc., fornire servizi e mantenere pulito e fruibile l'arenile.
Il risultato è che le spiagge sono diventate sempre meno accessibili per chi non può pagare prezzi altissimi. Il mare, in molte parti del Belpaese è ormai 'oscurato' da muri e strutture di cemento, le spiagge libere sono quasi scomparse. La situazione italiana, dal punto di vista dell'uso del demanio marittimo, è una vera e propria anomalia che non ha uguali nel mondo.
La forte privatizzazione degli arenili, voluta dalla lobby dei balneari e consentita da una politica accondiscendente, ha portato i cittadini a non poter godere del diritto di andare al mare senza pagare un biglietto d'ingresso. Una famiglia, ogni giorno, paga per andare al mare, spesso solo per farsi un bagno, un biglietto d'ingresso a un costo medio di 15-20 euro. Da Nizza a Rio De Janeiro andare al mare a prendere il sole in spiaggia è gratis e si paga solo il noleggio ombrelloni-sdraio, se richiesto! In Italia, unico caso al mondo, no!
Cosa possiamo fare? Resistere, resistere, resistere! Facciamo rispettare i nostri diritti e chiediamo che siano puniti gli abusi.
Lo scopo di questo piccolo vademecum è quello di fornire alcune indicazioni per tutelare i diritti elementari del bagnante, quelli che né l'arroganza, né le sanatorie, hanno ancora cancellato. A questo scopo ti chiediamo un aiuto segnalandoci abusi o inviandoci foto di eventuali violazioni.
Il Manuale di Autodifesa del Bagnante è un piccolo contributo per una rinnovata voglia di riprenderci il mare che ci appartiene e che norme antiquate e di stampo medioevale, hanno concesso, in esclusiva, a poche decine di soggetti della cosiddetta "Imprenditoria Balneare", con la complicità di una classe politica e di istituzioni 'distratte'.
Solo nel 2006 siamo riusciti a cambiare la legislazione che impediva l'accesso libero dagli stabilimenti e in seguito la Comunità Europea, in relazione agli articoli 43 e 49 del Trattato CE ha emanato la Direttiva Bolkenstein (n.123/2006/CE). Ma la strada per 'riprenderci' il diritto al mare è ancora lunga e spesso deve lottare anche con Ordinanze comunali contraddittorie, complicate o fatte ad uso e consumo degli stabilimenti balneri. Noi continueremo ad impegnarci con forza per evitare che l'accesso al mare diventi un privilegio di pochi, per tutelare questo bene pubblico prezioso dalla speculazione edilizia ed economica e per difendere i diritti dei cittadini che troppo spesso, vengono calpestati.
Con questo manuale vogliamo dare il nostro contributo per raggiungere l'obbiettivo di poter usufruire in maniera libera del mare.
Angelo Bonelli